Il deumidificatore è sempre più un elemento prezioso nella nostra quotidianità, per il piccolo, grande contributo che fornisce alla godibilità e salubrità degli ambienti tanto in inverno quanto in estate. Chi di noi non ha presente quella sensazione di freddo pungente che, in maniera subdola, penetra lentamente nelle ossa? O anche quell’impressione di appiccicoso, di coltre d’aria calda che pesa addosso nelle giornate più afose, quelle in cui guardando oltre il vetro della finestra non si scorge il muoversi di una foglia? Ecco, in quei casi l’antagonista è certamente l’umidità, ovvero il vapore acqueo che rimane all’interno di una stanza, e il nostro miglior sostegno proprio il deumidificatore.
Il suo funzionamento è semplice e al contempo molto efficace: il dispositivo aspira l’aria risucchiandola grazie ad una ventola, e la conduce quindi all’interno di una serpentina di raffreddamento finalizzata ad abbassare la temperatura del vapore tramite gas refrigerante riportandolo all’elemento liquido. Questo processo di condensazione culmina con la raccolta in una vaschetta dell’acqua da esso ottenuta, e con l’emissione di aria depurata e secca, privata del precedente quantitativo di umidità.
Di particolare fortuna godono i deumidificatori portatili , poco ingombranti, versatili e adatti ad essere spostati da una stanza all’altra a seconda della necessità del momento: se anche la potenza espressa dalla macchina può essere inferiore a quella di un equivalente fisso, infatti, il valore della mobilità consente di direzionarne l’azione in maniera mirata, dove serve e quando serve.
Prima di acquistare un particolare modello di deumidificatore, però, è opportuno fare attente e precise valutazioni. Gli ambiti da considerare sono certamente quelli del volume dell’ambiente in cui il dispositivo deve intervenire; dellatemperatura con cui lo stesso viene a interfacciarsi; del l’umidità massima asportabile, che si calcola in numero di litri nell’arco della giornata; del volume del serbatoio, o l’eventuale presenza di un tubo per lo scaricamento dell’acqua; delle dimensioni e del peso della macchina, in modo da valutare quanto sia ingombrante nel caso di spostamenti; della presenza di uno strumento per la regolazione automatica del grado di umidità; della disponibilità e della tipologia deifiltri per la depurazione dell’aria e dell’eventuale possibilità di pulirli.
Quest’ultimo aspetto è molto importante sotto il profilo della manutenzione: oltre a ricordarsi di svuotare la vaschetta una volta che è giunta alla capienza massima, è necessario procedere con un’attenta pulizia dei filtri dell’aria, con una cadenza che varia ovviamente a seconda delle tempistiche di utilizzo e del grado di sporcizia nell’aria, ma che in media non dovrebbe mai superare le due settimane di pausa.